CONCORSO UNESCO MOSUL

CONCORSO UNESCO MOSUL

Dalla Relazione di Concorso:

"Ci sono cattivi esploratori che pensano che non ci siano terre dove approdare solo perché non riescono a vedere altro che mare attorno a sé"

Francis Bacon

Il progetto, cercando di onorare le intenzioni dei Promotori, offre una soluzione possibile ad un tema complesso: non solo di soddisfare una esigenza funzionale, cioè la ricostruzione di un’importante area storica e il suo arricchimento di attività complementari. Ma di coltivare una speranza: quella cioè che la ricostruzione che si potrà attuare con le pietre possa essere solo uno strumento empirico per ricostruire coscienze e umanità di donne e uomini che avranno conquistato la dignità sufficiente per elevarsi dallo stato di brutale violenza e di odio.

Affrontare la ricostruzione di un tessuto sociale lacerato deve allora riuscire a lasciar intravedere quegli approdi che non sono oggi ancora  visibili a chi si avventura nel mare di questa esperienza: sarà necessario scoprire l’intelligenza dell’uomo a servizio della sua umanità e della sua dimensione metafisica, immateriale, soprasensibile e trascendentale.

Con questa premessa metodologica il progetto di concorso trova nella preliminare astrazione la sua primaria componente concettuale.

Richiamare la struttura della cosmogonia tetrattide, che anche nella storia della Mesopotamia ha alimentato il merismo “bene e male”, è stato allora il principio insediativo del progetto, che si può riassumere così:

al 1° livello: il Fuoco, l’unità fondamentale, l’indiviso. Nel progetto si spiega nella volontà di intendere unitariamente l’area storica, che ha il suo valore e le sue attribuzioni, con l’area di espansione, che potrà avere nuovi valori che si innestino nella tradizione rispettandone la memoria. Con questa scelta il progetto decide di superare la dicotomia “di pregio” con “di poco pregio” rendendo indivisibile percettivamente e funzionalmente l’intera area di concorso. Perché solo così si può generare un processo di nuova vita. Sacro e non sacro costituiranno dunque il fuoco che alimenterà la rinascita di Mosul.

al 2° livello: l’Aria, gli opposti complementari. Nel progetto questa dimensione è rappresentata dall’ideale linea di terra che individua lo stare al di sotto di essa, e patire, e lo stare al di sopra, e gioire. Questo concetto è esplicitato nei trafori delle masharabiyye e si percepisce nella misura tra i fabbricati al di sopra del terreno e di quelli invece al di sotto di esso. L’ampia dimensione di terreno scavato e articolato in vari modi attraverso percorsi, spazi, differenti livelli altimetrici è la più forte rappresentazione simbolica di uno spazio riempito di aria che contiene due energie: quella che proviene dalla terra e che salendo verso l’alto dà nutrimento e quella che scende verso il basso e provenendo dal cielo scalda. Il piano terreno, che salda le differenze, è il luogo della sintesi: il sahn, gli orti condivisi, le abluzioni.

al 3° livello: l’Acqua, la misura dello spazio e del tempo, la creazione. Nel progetto: derivandosi simbolicamente da una sotterranea vena proveniente dal Tigri l’acqua si incunea nell’area storica e in quella di espansione, le riunisce e si diparte in cinque direzioni, i “cinque pilastri della fede”. Generatrice di purezza, alimenta giardini acquatici il cui godimento diretto è però possibile solo attraverso una non facile conquista e una progressiva scoperta, grazie a tortuosi, misteriosi, sorprendenti percorsi. Nel progetto l’acqua che è flessibile e cambia la sua forma, che si adatta alle circostanze, che aggira gli ostacoli incontrati nel suo cammino, è la rappresentazione della attuale condizione generale che tutti gli interessati alla rinascita di Mosul inevitabilmente dovranno condividere. Eppure quell’acqua, derivandosi dalla originaria sorgente, porta con sé quel processo di continua trasformazione che è la sua vera forza: scorre nelle profondità della Terra, trapassa la materia oscura e densa e torna in superficie portando con sè energie segrete.

al 4° livello: la Terra, la materialità, le figure solide. Nel progetto: la ricostruzione della Sale delle Preghiere insieme con il recupero delle costruzioni sacre costituisce una priorità doverosa nel rispetto di una comunità umana. Le altre costruzioni hanno un carattere complementare e non pretendono di competere con esse. Sono costruzioni prevalentemente tettoniche. Solo quando si accostano alle parti storiche assumono un carattere di leggerezza e di subalternità. I frammenti che testimoniano le lacerazioni recenti sono offerti per essere toccati, guardati ed usati. Nel suo inglobare alcuni nuovi edifici, come quelli dell’Istituto Superiore di Arte e Architettura Islamica e parte della scuola secondaria per ragazzi e ragazze, così come nell’integrarsi dei percorsi verticali delle case 8 – 9 – 10, la Terra diventa un passaggio per “l’oltremondo” e diventa ventre: luogo di fecondità e di trasformazione verso una nuova educazione.
Da questi tre spunti il progetto, insieme con l’approccio olistico, ha voluto intrecciare altri due approcci: quello artistico e quello naturalistico/sociologico.

Il progetto qui presentato ha attraversato una fase metaprogettuale durante la quale sono state ascoltate le suggestioni di un’artista che ha studiato il tema di Concorso, l’area e le vicende di Mosul. Le opere, riunite in un album di acquerelli e in 8 grandi tavole, hanno sempre accompagnato e ispirato le fasi progettuali.

L’approccio naturalistico/sociologico ha invece riguardato l’energia che potrebbe derivare dalla condivisione da parte dei cittadini di orti condivisi e gestiti da essi stessi e di orti didattici curati dalle Scuole: questo potrebbe ulteriormente incrementare la socializzazione e l’inclusività e contribuire alla autoproduzione di frutti ed ortaggi.

ANNO

2021

CATEGORIA

Concorso

ARCHITETTO PHD

Vito Corte

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  • ANNO : 2021
  • CATEGORIA : Concorso
  • LUOGO :
  • ARCHITETTO PHD : Vito Corte